25/06/09

Copertina

26/11/07

La luna



/>Racconta la storia che in quel passato
tempo in cui accaddero tante cose
reali, immaginarie e dubbie,
un uomo concepì lo smisurato

progetto di cifrare l'universo
in un libro e con impeto infinito
innalzò l'alto e arduo manoscritto
e limò e declamò l'ultimo verso.

Stava per ringraziare la fortuna
quando alzando gli occhi vide un lucido
disco nell'aria e capì, stupito,
di essersi dimenticato della luna.

La storia che ho narrato benché finta,
può ben raffigurare il maleficio
di noi che esercitiamo il mestiere
di trasformare in parole la nostra vita.


Si perde sempre l'essenziale. È una
legge di ogni parola intorno al nume.
Non saprà eluderla questo riassunto
delle mia lunga relazione con la luna.

Non so dove l'ho vista per la prima volta,
se nel cielo anteriore della dottrina
de greco o nella sera che declina
sopra il patio con il pozzo e il fico.

Come si sa, questa mutevole vita
può, fra tante cose, essere molto bella
e ci fu così qualche sera in cui con lei
ti abbiamo guardata, oh luna condivisa.

Più della lune delle notti posso
ricordare quelle del verso : l'incantata
Dragon moon che da orrore alla ballata
e la luna sanguinate di Quevedo.

Di un'altra luna di sangue e di scarlatto
parlò Giovanni nel suo libro di feroci
prodigi e di giubili atroci;
ci sono altre più chiare lune d'argento.

Pitagora con il sangue (narra una
tradizione) scriveva su uno specchio
e gli uomini leggevano il riflesso
in quell'altro specchio che è la luna.

Di ferro c'è una selva dove dimora
l'alto lupo la cui strana sorte
è di abbattere la luna e di darle morte
quando arrosserà il mare l'ultima aurora.

(Questo Nord profetico lo sa
e anche che in quel giorno la nave
che si fa le unghie dei morti
infesterà gli aperti mari del mondo)

Quando a Ginevra o a Zurigo, la fortuna
volle che anch'io fossi poeta,
mi imposi, come tutti, il segreto
obbligo di definire la luna.

Con una sorta di studiosa pena
esaurivo modeste variazioni,
sotto il vivo timore che Lugones
già avesse usato l'ambra o la sabbia.

Di lontano avorio, di fumo, di fredda
neve furono le lune che illuminarono
versi che di certo non raggiunsero
l'arduo onore della tipografia.

Pensavo che il poeta è quell'uomo
che, come il rosso Adamo del Paradiso,
impone a ogni cosa il suo preciso
e vero e non saputo nome.

Ariosto mi insegnò che sull'incerta
luna dimorano i sogni, l'inafferrabile,
il tempo che si perde, il possibile
o l'impossibile, che è la stessa cosa.

Dalla Diana triforme Apollodoro
mi lasciò scorgere l'ombra magica;
Hugo mi diede una falce che era d'oro,
e un irlandese, la sua nera luna tragica.

E, mentre io sondavo quella miniera
delle lune della mitologia,
era là, dietro l'angolo della strada,
la luna celestiale di ogni giorno.

So che fra tutte le parole, una ce n'è
per ricordarla o per raffigurarla.
Il segreto, secondo me, sta nell'usarla
con umiltà. È la parola luna.

Non so più maculare la sua pura
apparizione con un'immagine vana;
la vedo; indecifrabile e quotidiana
e al di là della mia letteratura.

So che la luna o la parola luna
è una lettera che fu creata
per la complessa scrittura di quella strana
cosa che siamo, numerosa e una.

È uno dei simboli che nell'uomo
dà il fato o il caso perché in un giorno
di esaltazione gloriosa o di agonia
possa scrivere il proprio vero nome.

Jorge Luis Borges

Chiaro di luna


Luna che scorri dolce alle labbra dei folli
I borghi e i frutteti questa notte sono golosi
Gli astri raffigurano abbastanza bene le api
Di questo miele luminoso che stilla dai tralci
Poichè ecco che tutto dolce e cadendogli dal cielo
Ogni raggio di luna è un raggio di miele
Or nascosto immagino la dolcissima avventura
Ho paura del dardo di fuoco di questa ape Arturo
Che ha posto nelle mia mani dei raggi ingannevoli
E prese il suo miele lunare alla rosa dei venti.

Guillaume Apollinaire

25/11/07

Il ritorno



...ho rifatto i sentieri di una volta
come se a un tratto ricordassi un verso
e ho visto mentre scendeva la sera
l'esile luna nuova
cercare la protezione dell'ombra
sotto la palma dalle alte foglie
come l'uccello quella del suo nido.
Quanti cieli vedrà questo cortile
fra le sue mura. quanti
tramonti faran profonda la via,
quante fragili lune al primo quarto
daran la loro dolcezza al giardino.....

J.L.BORGES

Che resta ......

...in qualche punto dell'ipotalamo...


(clik sulla figura per l'inizio testo)
.....Intanto, quell'infanzia non era stata poi così felice (un'infanzia lo è raramente, essendo una scuola di insicurezza e di disgusto per se stessi; e quanto al Baltico, bisognava essere un'anguilla per evadere dalla mia porzione di Baltico). L'origine di quell'attrazione, per me, stava altrove, al di là dei confini biografici, al di là della struttura genetica - in qualche punto dell'ipotalamo, tra gli altri ricordi che abbiamo dei nostri progenitori cordati e - di male in peggio - dell'ichtys stesso che ha dato inizio a questa civiltà. Se poi quello fosse un ichtys felice, è un altro discorso. Un odore è dopotutto, una violazione dell'equilibrio su cui si regge l'ossigeno, un'invasione di quell'equilibrio da parte di altre sostanze - metano?
carbone?zolfo?azoto? Secondo l'intensità di questa invasione , percepiamo un aroma , un odore ,un fetore. E' una questione di molecole, e la felicità, suppongo, scatta nel momento in cui captiamo allo stato libero gli elementi che compongono il nostro essere..... JOSIF BRODSKIJ

20/09/07

Iil filo della favola



Il filo che la mano di Arianna lasciò nella mano di Teseo (nell'altra c'era la spada) perchè egli si inoltrasse nel labirinto e ne scoprisse il centro. l'uomo con la testa di toro o, come vuole Dante. il toro con la testa d'uomo. e lo uccidesse e potesse, eseguita la prodezza, disfare le reti di pietra e tornare da lei, al suo amore.
Le cose accaddero in questo modo, Teseo non poteva sapere che dall'altro la to del labirinto c'era un altro labirinto, quello del tempo, e che in qualche luogo prestabilito c'era Medea.

Il filo s'è perduto; il labirinto pure si è perduto.
Ora non sappiamo neanche se ci circonda un labrinto , un segreto cosmo, o un caos azzardato.

Il nostro meraviglioso compito è immaginare che esistano un labirinto e un filo.

Non rintracceremo mai il filo; forse lo incontriamo e lo perdiamo in un atto di fede, in una cadenza, nel sogno, nelle parole
che si chiamano filosofia o nella pura e semplice felicità:

Cnossos 1984 --Jorge Luis Borges

Qualcuno sogna



Ha sognato l'alba in agguato: Ha sognato mappe che Ulisse non avrebbe capito. Ha sognato il mare e la lacrima.
Ha sognato il cristallo.

HA SOGNATO CHE QUALCUNO SOGNA.

Jorge Luis Borges

La notte



Superba è la notte

La cosa più superba è la notte
quando cadono gli ultimi spaventi
e l'anima si getta all'avventura.
Lui tace nel tuo grembo
come riassorbito dal sangue
che finalmente si colora di Dio
e tu preghi che taccia per sempre
per non sentirlo come rigoglio fisso
fin dentro le pareti.

Alda Merini

Nottetempo . . .

.....SEGUONO altre IMMAGINI del LIBRO ....

25/06/06

di notte ...

22/06/06

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